Sciopero generale e generalizzato

 

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Una nuova stagione politica si sta aprendo e noi studenti siamo
ancora una volta chiamati alla mobilitazione. Ce lo chiedono prima di
tutto le disastrose prospettive contenute nella riforma Gelmini, ultima
tappa del processo di abbandono da parte dello stato della gestione del
sistema scuola e definitiva negazione del diritto allo studio. Ma non
possiamo non scorgere una intelligibilità di fondo che attraversa tutto
il progetto di riforma dello stato sociale
. Una comune razionalità
delle pratiche di governo fatta di concetti come impresa, crescita e
consumo, che calpesta la dignità delle persone e dispone l’arretramento
culturale tutto il paese.

Per
questo motivo non possiamo non denunciare una politica
dell’irresponsabilità bipartisan che sta demolendo anno dopo anno il
diritto al lavoro, ormai ridotto a prestazione a cottimo, sgretolando
il tessuto sociale, iniettando paure xenofobe nei cervelli della gente,
la cui vita è sempre più in balia di un mercato del lavoro precarizzato
che elimina ogni progettualità per il futuro.

Le
leggi varate da 10 anni a questa parte, a partire dalla Treu e la legge
30, in materia di lavoro invitano allo sciacallaggio delle risorse
umane. Ecco possibili orari lavorativi da anteguerra di 10-12 ore e
anche più; forme di lavoro non remunerato, vedi stage e tirocinii
trasformati in mezzi di reclutamento forza-lavoro a costo zero; e, per
finire, squilibrio nella contrattazione dovuto alla ricattabilità del
precariato e alla difficoltà del sindacato di intercettare tutte le
diversissime forme lavorative rese possibili da una classe dirigente
amica degl’industriali e dei poteri forti.

Oggi
il lavoratore è isolato più che mai dagli altri lavoratori come pure
dal sindacato, perché in quanto precario è investito da problematiche
sempre specifiche, difficilmente generalizzabili e, quindi, spendibili
in una lotta unitaria. Le rivendicazioni degli operatori Alitalia non
sembrano potersi legare alla lotta per la sicurezza in Trenitalia o
alla protesta nei call-center Atesia. E di fatto, ciò succede
raramente. Ogni categoria si mobilita a turno isolatamente solo quando
viene attaccata direttamente, e la specificazione e differenziazione
delle forme lavorative porta con se la moltiplicazione delle categorie
di lavoratori che sempre più a fatica si rendono conto di essere un
unico obiettivo di molteplici e differenziati attacchi precarizzanti.
Quindi solo un soggetto unitario può sperare di interpretare la
battaglia per il diritto alla sicurezza sul lavoro e alla crescita
professionale che esternalizzazioni spinte e contratti a termine non
possono garantire.

C’è
bisogno quindi di unità per una lotta allargata, capace di rispondere
nella forma della molteplicità a tematiche diverse: dalla crisi della
ricerca, della scuola e del lavoro, alla criminalizzazione e
discriminazione dell’immigrato del diverso e delle prostitute; dalla
crisi della cittadinanza e della rappresentanza alla giustificazione
securitaria della violenza e della guerra.

Aderiamo
perciò alla piattaforma allargata allo sciopero generale del 17 ottobre
indetto dai sindacati di base, fra cui CUB SdL e COBAS, e chiediamo:


forti
aumenti generalizzati per salari e pensioni, introduzione di un
meccanismo automatico di adeguamento salariale legato agli aumenti dei
prezzi e difesa della pensione pubblica – rilancio del ruolo del
contratto nazionale come strumento di redistribuzione del reddito –
difesa e potenziamento dei servizi pubblici, dei beni comuni, del
diritto a prestazioni sanitarie, del diritto alla casa e all’istruzione;


abolizione
delle leggi Treu e 30 – continuità del reddito e lotta alla precarietà
lavorativa e sociale, con forme di reddito legate al diritto alla casa,
allo studio, alla formazione e alla mobilità;


sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali;


lotta
al razzismo che, oltre a negare diritti uguali e la dignità delle
persone, scarica sui migranti la responsabilità dei principali problemi
sociali.


restituire
ai lavoratori il diritto di decidere: no alla pretesa padronale di
scegliere le organizzazioni con cui trattare – pari diritti per tutte
le organizzazioni dei lavoratori – difesa del diritto di sciopero.

About evertere

Il collettivo eVerteRe nasce a Villa Mirafiori, sede distaccata dell'Università La Sapienza di Roma, su iniziativa di studenti di filosofia e lingua. Dopo qualche laurea e varie avventure, molti di noi stanno intraprendendo strade diverse. Resta la militanza critica che dà vita al progetto Écrasez l'Infâme
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